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  • Immagine del redattoreGiancarlo Poli

"Se ce l'ho fatta io" un libro che adoro!

"Per ora uso questa bici, la userò finché non diventerà il mio limite, vale a dire che se fisicamente sarò talmente figo da aver bisogno di un'altra bici che sia alla mia altezza la cambierò", gli anni passavano e la bici rimaneva la stessa, macinavo chilometri al sole, al freddo, su asfalto, su sterrato, lentamente, al mio ritmo, ma non mi fermavo. Ma dov'era questo limite?

La Scott comprata 10 anni prima a Belgrado, durante i quasi tre anni vissuti in Serbia continuava ad andare.

Però, che bello il pensiero di una bici da turismo, che scorresse veloce e silenziosa sulle strade, con gli agganci per i portapacchi, si, ma veramente dovrei spendere 1500 Euro per uno sfizio? Ho famiglia! Non sono più capace di farmi questi regali e spendere un budget così alto per una cosa solo per me. Sarò un cattivo papà se lo faccio?

Intanto passavano i chilometri, i giri ovunque, le gare di duathlon... La mia bici andava alla grande, certo che quando i chilometri diventavano tanti, lo scarso scorrimento si faceva sentire, ma che problema c'era? Scarpe da ginnastica, pantaloncini, guanti Alpine da moto e via! Arrivavo sempre fino dove decidevo!

Passavano altri mesi. "Se perdo 10 chili, mi regalo questa bici nuova", in un anno, 10 chili, andati. Non c'erano scuse ora mi meritavo la bici nuova. Veramente non li avevo persi per la bici, ma perchè avrei voluto fare la 100 del Passatore e mi ero messo a correre seriamente. Per un periodo facevo corse tutte le domeniche, trail in notturna, mezze maratone, di tutto, mi iscrivevo a tutte le non competitive che trovavo qualsiasi cosa potessi fare senza certificato medico. Il mio progetto si polverizzò, quando dopo aver fatto 1000 analisi, tutte andate bene, mi trovai davanti alla faccia da schiaffi di un medico che ridacchiando, davanti a tutti gli altri "atleti" mi disse guardandomi con aria da sbruffone e con disprezzo:"Poli, anche se lei si fa la corsetta nel parco la domenica, nessuno medico le farà il certificato medico agonistico".

"Dottore, corro minimo 15 Km al giorno e la mia dottoressa ha detto che va tutto benissimo, vuole vedere i documenti che le ho portato?".

"Ma vada, dove va alla sua età con i suoi trascorsi medici, le ridiamo indietro i soldi della visita, esistono delle regole ben precise, lo dica alla sua dottoressa!".

"Dottore, domenica scorsa ho fatto la Inferno Night Trail, 14 Km di notte nel bosco, di corsa, 800 metri di dislivello, il mese scorso ho fatto la mezza di Cernusco!".

"Peggio per lei. Vada vada...".

"Dottore, sapevo che ci sarebbero stati dei problemi, per questo ho portato tutta la cartella, non la vuole vedere?".

"Vada Poli vada!"

Il progetto 100 del Passatore si è concluso piangendo in macchina davanti allo studio medico. Poi, dopo un po', ho realizzato che infondo si possono fare anche cose molto più interessanti non legate a meccanismi fatti per dar da mangiare a società sportive, studi medici, assicurazioni e chissà chi altro. Oltretutto all'estero, in Germania ed in Serbia dove vado continuamente ci sono molte gare interessanti senza questa burocrazia.

Mi ero deciso! Nuovo progetto, la bici! Ma quale prendere? E cavolo quanto costano. Costano più di quanto il concessionario mi ha dato per la mia cara vecchia Renault Laguna.

Se lo avessi saputo da tutti i pezzi forse una bici sarebbe uscita fuori, si una bici con sportelli ed aria condizionata.

Ecco, la ricerca attiva. Sembra una cosa scontata ma cercare disponibilità di una bici da grande con le misure da bambino che non sia da donna non è affatto facile. Dopo molta ricerca, pensare e ripensare, eccola, una Kona Sutra in Inghilterra.

Un modello di qualche anno prima, prezzo speciale, del mio colore preferito e soprattutto, taglia 49!

Scambio qualche mail con il rivenditore e poi, vendo qualche RSU, avendo capito che non ci avrei mai fatto nulla. Ed ecco, ho comprato la bici!

In una settimana a casa! Montata in corridoio! Beh, che dire, come viaggiare su un cuscino d'aria, attrito inesistente, sella comodissima, freni che frenano davvero, una bici da viaggio. Capisco subito che la userò parecchio e comincio subito ad alzare l'asticella. Dopo un paio di giri di prova parto per qualcosa di più serio e dopo qualche mese, eccomi a pedalare per 130/140 chilometri al giorno per promuovere una raccolta fondi.

lo so, una lunga introduzione! Ma non dovevo parlare dl libro? Si!

Quando due settimane fa ho letto il libro di Monica Nanetti "Se ce l'ho fatta io"come potevo non innamorarmene?

Non si parla ne di superatleti, quelli con il certificato agonistico, di quelli che postano su Instagram il video mentre scalano lo Stelvio reggendosi solo con una mano quasi facendo finta di essere stanchi o di super gnocche (perdonami Monica, per me sei stupenda!) che arrivano in cima con mascara, rossetto ed ombretto, pelle perfettamente opaca pronte per il selfie con sorriso smagliante e sguardo di ghiaccio. Probabilmente poi quando nel rifugio di montagna il superatleta e la super gnocca si accoppiano misurano i Joule, Watt, bpm e tempi di recupero, sai che palle... No, tutt'altro! Qui si parla di pratica.

Si parla di gente normale, si normale, come me, quelli che la sera aprono il frigo e vedono cosa c'è da cucinare. Quelli che devono ritirare la ricetta da medico ed andare in farmacia. Quelli a cui ogni tanto si rompe la caldaia, quelli che cadono e (damn!) si fanno male. Quelli le cui ossa impiegano settimane per risaldarsi. Quelli che escono in bici e tornano a casa come stracci, anzi, sono già stracci molto prima di tornare, a volte già poco dopo essere usciti. Si fanno la doccia e si addormentano sul divano. Ma sopratutto si parla di quelli negati per i selfie! Si, una triste realtà sociale!

Beh, Monica con la sua bici da passeggio con il cestone ha cominciato a farsi un po' di giretti e poi, immagino abbia detto:"ma se domani parto un'ora prima e pedalo un po' di più?".

Succede così per tutti. "Questa volta mi sono dovuto fermare perché non avevo abbastanza acqua e mi era venuta fame, domani mi porto lo zainetto ed arrivo un po' più lontano".

Neanche te ne rendi conto e ti trovi a pianificare di quanti giorni hai bisogno per arrivare dove vorresti e cosa ti dovresti portare. E poi, che bello, la grande fortuna di avere un'amica così! Annita. Benedetta Annita!

Queste due signore in bici lungo la Francigena, da Aosta fino a Roma.

La Francigena nasce come cammino e già farlo in bici ad alcuni ultrà può sembrare strano.

Si, il mio amico Lucio (conosciuto sulla Francigena) quando gli parlo di Francigena in bici si mette le mani nei capelli, beato lui che può! Per i capelli, se non altro! Ma il percorso esiste ufficialmente quindi pace fatta! I motivi per andare in bici possono essere molti, non ultimo il fatto che non tutti possono spendere un mese lungo il cammino o comunque semplici preferenze.

"Fanne solo una parte, il cammino, percorso spirituale... Mica c'erano le bici... Il Signore..."

"Si, Lucio, ti voglio bene, ognuno la fa a modo suo, ma lasciami parlare di Monica... Si fa la via crucis davanti alla posta, si potrà anche fare la Francigena in bici".

Personalmente, se avessi molto tempo a disposizione preferirei farlo a piedi, sia per avere più tempo nei percorsi più isolati nel verde e stare più lontano dalle strade. A differenza delle carissime avventuriere, anche andando in bici preferirei che le ruote scorrano più difficilmente ma essere su una bella strada sterrata. Non scarterei neanche la possibilità di affrontare il percorso del percorso a piedi fatto con la MTB (Lucio, ti prego perdonami) ma come già avevo letto e confermato anche nel libro la cosa sembra essere quasi impossibile e poco piacevole. In Toscana, ho fatto dei pezzi di Francigena dove si faceva fatica ad andare avanti a piedi, in bici, con i bagagli sarebbe impossibile e soprattutto molto pericoloso. Comunque, mai dire mai, le situazioni cambiano lascio comunque la porta aperta aperta a qualsiasi opportunità.

Il libro è molto, molto bello, scorre che è una bellezza, fortunatamente non parla di rapporti pignone, corona, altrimenti lo avrei chiuso dopo dieci minuti. Io cambio le marce quando mi stanco non ho idea della marcia che stia utilizzando, poi ogni tanto trovo quella ideale e dico: "ah buona questa, adesso la lascio!"e cerco di ricordarla come se fosse la stazione di una vecchia radio.

Parla di alimentazione, si! Salumi, aperitivi, coca cola, uno spettacolo un libro fresco ed allegro, spesso divertente come un video dei Blink182!

Monica scherza su se stessa, ammette le sue debolezze ma assolutamente non li considera limiti, se la salita è troppo lunga scende dalla bici e spinge. L'ho fatto anche io, nessuna mortificazione, nessuna umiliazione, ci stiamo godendo le vacanze, l'avventura.

Si scende dalla bici, si chiacchiera, si beve una coca cola, altro che rapporto 34x32, i watt, la soglia, le catene cinetiche, ma dai! Passiamo tutta la vita con i numeretti, anche in vacanza?

Chi già viaggia, può facilmente cogliere tanti significati profondi, tanti aspetti chiave del viaggio, la paura, la sensazione di assenza di protezione, il caldo, la sete, la paura dei guasti meccanici, la gente che si incontra, gli altri viaggiatori e poi l'arrivo, meta e momento che a volte vorresti non arrivasse mai perché rappresenta la fine.

Anche Monica e Annita hanno provato tutto questo e ce l'hanno fatta, pedalata dopo pedalata. Un libro che scorre via in un pomeriggio ma che può aprire le porte a tanti sogni molto lunghi.

Adatto veterani ma anche agli indecisi, a quelli che pensano di non potercela fare o che servano grandi budget, attrezzature e preparazione. Assolutamente no, se sei preparato la salita la farai in due ore, se non lo sei la farai in tre, ma fa lo stesso, la birra che ti berrai all'arrivo avrà lo stesso sapore, anzi, tu te la godrai di più del "wanna be" con cosche di acciaio che calcola le calorie. Che bello invece quel tagliere, quella salumeria a Radicofani! Che storia! Gioia pura!

Partite, da soli o con un compagno di viaggio, lontano da mete blasonate i costi per la notte sono veramente abbordabili, addirittura sulla Francigena si parla di offerte volontarie e Monica da tutte le spiegazioni necessarie. Spiega del piccolo passaporto, i timbri e tutto il resto. Portate qualche ricambio per la bici, se avete il materiale qualcuno vi aiuterà nella meccanica, potete viaggiare per 2 o 3 giorni e rimanere nel raggio di 100/150 chilometri da casa, questo è il cicloturismo, in qualsiasi momento in due ore un amico vi può recuperare, ma state attenti, se lo fate per una volta, se partirete con lo spirito giusto, non potrete più smettere. Monica ne è l'esempio. Rimarrete stregati dalla sensazione e dal ritmo, dalla tempistica, vi comincerete a rendere conto sin dal primo momento quanti panorami, profumi, energie, colori, suoni sono la fuori, sarete coccolati dal rumore delle ruote sul terreno, dalle ondulazioni della bici, accarezzati dal vento, sfiorati dalle foglie, incuriositi dalle piccole stradine. Sono stati sempre ad aspettarvi e li avete sempre ignorati passando ad 80 Km/h nella fretta di arrivare.

Un libro da leggere. Monica ha condiviso la sua esperienza ha accompagnato, spinto, incoraggiato già un sacco di gente ad intraprendere lo stesso viaggio lungo la Francigena ma anche molti altri viaggi.

Grazie Monica!

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