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  • Immagine del redattoreGiancarlo Poli

Non lo so, ma oggi corro!

Giusto o sbagliato, bello o brutto, caldo o freddo, buono o cattivo. Tutto relativo, sono sicuro che per qualcuno sarebbe più difficile rimanere a letto per più di 6 ore che scalare una montagna. Allora cos'e' che ci ferma? Perché rinunciamo a correre da un giorno all'altro e non riusciamo a smettere di fumare? Perché riusciamo facilmente a passare dall'amore all'odio e invece non riusciamo a perdonare, amare e rispettare. Perché cediamo alla tentazione di rimanere a casa invece di uscire? Cediamo alla paura di dover partire. Siamo curiosi ma abbiamo paura dell'ignoto. Abbiamo paura di dire grazie, di salutare, di sorridere. Ci annoiamo ma abbiamo paura d'improvvisare. Smettiamo di suonare uno strumento. Ci stufiamo di quel telefono e ne compriamo uno simile, illudendoci che sia necessario. Compriamo un'auto più potente per... Qui veramente non mi viene in mente nulla.

Paura, noia, rabbia ed ego con i suoi mille sottoinsiemi. Siamo degli esseri strani, a volte riusciamo ad eseguire fantastiche acrobazie mentali per convincerci della necessita' della prossima scelta riuscendo ad imporci determinate azioni. Altre volte ci trasformiamo in paurosi, timidi ed incapaci "invertebrati" scegliamo sempre il traguardo più vicino e più facile da raggiungere.

Ci giustifichiamo dicendo che sono le leggi, la società, le regole a trattenerci, ma il nostro più grande impedimento siamo noi stessi.

Per esempio, ci sono tante persone che difficilmente ti diranno che non corrono semplicemente perché non gli va, non ne hanno voglia o non se la sentono, ma ti parleranno di legamento collaterale laterale, legamenti tibio-fibulari, navicolo-cuneiformi ed addirittura del legamento coraco-omerale come motivo per cui sono "costretti" a non correre, non pedalare, non camminare e non partire. Ovviamente, nella maggior parte dei casi, il tutto per un leggero dolore ed una diagnosi internet-based.

Stessa cosa per i fumatori. Le mille scuse per non ammettere che non ci riesci perché non sei abbastanza forte o semplicemente non hai ancora trovato il metodo più adatto a te.

La scienza fortunatamente ci fornisce ormai spiegazioni per tutto, in quasi tutti i campi.

Beh! SPIEGAZIONI, non GIUSTIFICAZIONI. Una cosa è dire che certe sostanze danno dipendenza, una cosa è dire che è normale che tu non possa sconfiggere la dipendenza per via di quelle sostanze. Ovviamente pero' meglio considerare la seconda opzione. Di conseguenza, non smettiamo di fumare e ci sentiamo meno frustrati. Continuiamo a rovinare il nostro corpo, ma non è colpa nostra, colpa della sostanza e delle multinazionali del tabacco.

Un po' come la moda di dire senza nessun accertamento medico "Non mangio nulla, ho problemi alla tiroide, non posso farci niente", "Conformazione" e sei apposto. Rimani come sei finché poi non scopri che non si parla solo di pancia o di peso, ma di sistema cardiovascolare, che mette decisamente molta più paura quando si fa sentire, allora in quel momento diventi forte, non ti nascondi più dietro quel dito e ti chiedi perché non ti sei impegnato prima. Perché non hai trovato quella motivazione prima di aver paura? Sei sempre tu, non sono apparsi superpoteri.

Forse chi ha smesso di fumare, gli ex schiavi di altre dipendenze o chi comunque ha dovuto già fare grandi rinunce per qualsiasi ragione hanno una marcia in più su come gestire certi aspetti motivazionali. Con loro si fanno discorsi molto interessanti.

A volte esco a correre per un lungo, chi corre sa che sopravvengono delle crisi. Quelle piccole, facili da superare e quelle molto grandi, chiamate "muro", la prima piccola crisi arriva a 4/6Km e di solito arriva quando (soprattutto nei mentecatti come me) cominci a correre senza riscaldamento, improvvisamene il corpo necessita di energia, di ossigeno ma ancora non è "caldo", i muscoli non sono ben alimentati, poco dopo, se non ti arrendi tutto si stabilizza per svariati chilometri di corsa. Ci sono giorni in cui questa piccola prima crisi, basta a farmi dire:"Ieri ho corso abbastanza, forse oggi mi posso fermare e fare un po' di ginnastica, pesi o addirittura le ripetute". Immaginate, pur di fermarmi in quel momento mi convinco che sarebbe meglio entrare nell'inferno delle ripetute.

Ora tu sei li, ti stai stancando di questa lunga introduzione e cerchi di andare verso la fine del mio racconto. Il tuo ego comincia ad accelerare la tua lettura e cercare la soluzione. Mi dispiace, qui non troverai soluzioni, puoi trovare solo la mia esperienza, siamo tutti diversi uno dall'altro.

Tuttavia, non è escluso che comunque tu possa trovare qualche spunto pensando a quello che ti dirò. Non adesso, non oggi, non domani ma magari ricordandotene durante un momento particolare.

Da appassionato di qualsiasi attività di endurance con e senza motore, spesso arrivo al mio limite massimo di resistenza, anche dove non dovrei arrivare a volte procurando danni sia per me che per i miei mezzi. Alterno periodi in cui esco tutti i giorni ad altri di crisi o recupero per infortuni, pratica sbagliatissima tra l'altro.

Quest'inverno si è fatto rispettare, una spalla distrutta dopo una caduta in bici, in verità due, sempre sulla stessa spalla, mi sono fermato per qualche settimana, ma poi sono ripartito.

La spalla è guarita? No. La spalla dopo quattro mesi fa ancora male ma ormai il dolore è diventato più una compagnia che un disturbo. Se non passera' da se nei prossimi mesi andrò a farmi controllare. Ho letto dei tempi di recupero dopo gli interventi alla spalla ed adesso non posso, devo partire, devo far cose importanti. Una cara, carissima persona mi ha parlato della cuffia dei rotatori e purtroppo i sintomi corrispondono al 100%. Vedremo... Per ora sto organizzando le vacanze ed il prossimo viaggio in bici con la raccolta fondi, se porto con me un po' di dolore alla spalla ne sentirò meno in altre parti più in basso.

Il colpo di grazia è arrivato a fine Marzo, quando mia madre è venuta a mancare. Il suo cuore dopo tante sofferenze ha ceduto. Di nuovo fermo, notti insonni e risvegli troppo faticosi, mancanza d'interesse, di energia, di voglia...

Dopo aver saltato un paio di appuntamenti con Stephanie, la mia coach, ho deciso di forzarmi a fissarne uno. Le ho raccontato dell'accaduto e dell'attuale stato di stop generale, blocco energetico, delle motivazioni e delle aspettative. Di cosa non è andato, delle cose rimaste in sospeso, insomma tutto quello che si prova quando si perde una madre neanche poi molto anziana. Un discorso molto molto lungo...

Sai quando a quindici anni la tua migliore amica ti parlava parlava parlava e tu non riuscivi a capire il punto, ma poi all'improvviso quando eri stanco ed avevi perso il filo del discorso sentivi un "Ti amo" o qualcosa del genere? L'universo si fermava e si apriva un'altra dimensione, in un attimo dal deserto di Dankalia saltavi in un prato verde, davanti ad uno chalet dove qualcuno ti aspettava con il camino acceso.

Stop! Non mi sono innamorato di Stephanie. Lei mi ha chiesto "Do you want to run?", l'universo si è aperto subito dopo sentendo la mia stessa voce quando ho risposto "Sure!".

Non ha chiesto "Vuoi tonare a correre" o "Ti piacerebbe correre". La domanda era "Tu vuoi correre?", ho risposto "Certo!", nello stesso momento ho sentito cambiare la mia voce, la

fronte ed i muscoli del viso, delle braccia e della schiena rilassarsi. Illuminazione, samadhi, autoconvinzione, si può chiamare come si vuole potrei fare una lista di almeno 10 persone che utilizzerebbero altrettanti nomi diversi. Improvvisamente ho ritrovato il mio chalet il posto dove riposare un po' e riacquistare le energie. Dopo un paio di giorni ed un po' d'introspezione ero pronto!

La soluzione, scomporre il problema, domanda semplice, risposta semplice, togli tutto quello che è intorno “Vuoi andare avanti?”, ”Si!”, “Vai avanti“, semplicemente fai quello che vuoi, sembra troppo facile quindi non ti convince, ma pensaci! Devi trovare quel reagente, quella sfera di luce, trovare quella vibrazione quel respiro profondo che ne vale mille, metti da parte quella perla preziosa, mettila in un luogo sicuro dove non si perda, su una solida base in modo che non cada.

Io riesco a non farla mai cadere? Ci sono riuscito? No, assolutamente no.

Ogni volta che la perdo, devo tornare a cercarla, devo aspettare di trovarla una volta ancora, ma fortunamente si possono imparare buoni metodi di ricerca, ascoltando, guardando e sviluppando ogni strumento di percezione, fisico, mentale o spirituale. Soprattutto, non chiudere mai a chiave nessuna porta, non pensare assolutamente al "sempre" o al "mai", provare, valutare, essere sinceri con se stessi. Ci sto lavorando insomma.

Possiamo raccontare dei legamenti tibio-fibulari, navicolo-cuneiformi ma sappiamo la verità.

Creare piccoli inganni per la nostra parte razionale, ma mai mentire a se stessi. Noi non siamo solo mente. Posso raccontare della mia spalla e della mia salute ma intanto IO OGGI CORRO!


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